firma l’Appello
per la
liberazione dei corpi e del diritto al dissenso
A meno di una settimana dalla pubblicazione dell’Appello per la
liberazione dei corpi e del dissenso politico aggiorniamo l’elenco delle firme (clicca http://quaderni.sanprecario.info/2014/04/la-solidarieta-continua-aggiornamento-firme-allappello-per-la-liberazione-dei-corpi-e-del-diritto-al-dissenso/)
fino a ora arrivate (al 7 aprile, data simbolica parlando di repressione).
Molte persone si sono attivate e messe in contatto generosamente per
sottoscrivere e promuovere questa iniziativa in difesa degli attivisti No Tav
incarcerati e sotto processo nonché del diritto alla manifestazione della
libertà di espressione e di autodeterminazione. Questo ci conferma nel pensare
che, nonostante il ricatto imposto dalla crisi neoliberista e le miserie della
politica, soprattutto italiana, esista un desiderio affermativo comune capace
di guardare oltre i confini prescritti dal potere.
Siamo convinti che non può essere un appello a cambiare davvero le cose,
e che le pratiche abbiano un ruolo dirimente nei nostri tentativi, testardi e
generosi, di “sovvertire” il presente, tuttavia sentiamo la necessità di far
sentire la nostra voce in difesa di compagni che hanno messo in gioco la loro
libertà ed esistenza nel nome di una società più sensibile e più giusta.
Grazie
tutte e tutti.
8
aprile 2014
APPELLO
PER LA LIBERAZIONE
DEI CORPI E DEL DISSENSO POLITICO
Proponiamo all’attenzione di tutte/i questo appello
firmato da alcuni intellettuali e attivisti europei e non solo per denunciare
il clima di crescente intimidazione e repressione presente in Italia e in
Europa. Clamoroso è il caso della lotta in Val di Susa, dove attualmente
quattro giovani sono sottoposti a un regime carcerario di isolamento, accusati
di “terrorismo”, e 54 persone si trovano sotto processo per aver
manifestato, in forme diverse, il loro dissenso contro il proseguo dei
lavori per l’Alta Velocità a cui da venti anni si oppongono le comunità
della zona. Non basta: altri episodi diffusi di repressione del dissenso e del
diritto a manifestare ci allarmano grandemente.
Promotori di tale iniziativa sono gli iscritti alla
lista Effimera, variegata realtà di ricerca e di pensiero internazionale, nata
dopo l’esperienza di UniNomade 2.0. Chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore
la libertà di espressione e di critica di appoggiare questa presa di parola che
ha lo scopo di ribadire il diritto all’autodeterminazione dei corpi e dei
territori al di fuori delle imposizioni e delle logiche del capitalismo
finanziario contemporaneo.
Foucault, in una lezione tenuta nel 1978 al
Collège de France, scrive che oggi l’arte del governare “ha per bersaglio la
popolazione, per forma principale di sapere l’economia politica, per strumenti
tecnici essenziali
i dispositivi di sicurezza”. Se questo è il piano dentro il quale ci muoviamo, oggi stiamo assistendo ad un salto di qualità dei dispositivi di sicurezza. Osserviamo una complessiva e sottile involuzione autoritaria della società italiana ed europea, dove il conflitto viene patologizzato e interiorizzato e vige la repressione di ogni politica affermativa e di ogni pratica di autonoma gestione di corpi, relazioni, territori. In particolare, ci allarma e ci preoccupa il clima di controllo di un neocapitalismo particolarmente violento nei confronti degli attivisti del movimento No Tav in Val di Susa. Quattro giovani, Claudio, Chiara, Mattia e Niccolò, sono da dicembre in carcere accusati di terrorismo. Altri 54 attivisti No Tav sono sotto processo per i fatti relativi alle manifestazioni del 27/6 e del 3/7/2011, attualmente in corso presso la IV Sezione del Tribunale di Torino, in condizioni in cui, come denunciato pubblicamente dagli avvocati della difesa, si consta “l’oggettiva impossibilità di garantire, nelle attuali condizioni, un sereno e concreto esercizio del diritto di difesa”.
i dispositivi di sicurezza”. Se questo è il piano dentro il quale ci muoviamo, oggi stiamo assistendo ad un salto di qualità dei dispositivi di sicurezza. Osserviamo una complessiva e sottile involuzione autoritaria della società italiana ed europea, dove il conflitto viene patologizzato e interiorizzato e vige la repressione di ogni politica affermativa e di ogni pratica di autonoma gestione di corpi, relazioni, territori. In particolare, ci allarma e ci preoccupa il clima di controllo di un neocapitalismo particolarmente violento nei confronti degli attivisti del movimento No Tav in Val di Susa. Quattro giovani, Claudio, Chiara, Mattia e Niccolò, sono da dicembre in carcere accusati di terrorismo. Altri 54 attivisti No Tav sono sotto processo per i fatti relativi alle manifestazioni del 27/6 e del 3/7/2011, attualmente in corso presso la IV Sezione del Tribunale di Torino, in condizioni in cui, come denunciato pubblicamente dagli avvocati della difesa, si consta “l’oggettiva impossibilità di garantire, nelle attuali condizioni, un sereno e concreto esercizio del diritto di difesa”.
Anche in altre città italiane (Bologna,
Milano, Padova, Roma, Treviso, Napoli) negli ultimi mesi sono state emesse
ordinanze di “divieto di dimora”, “arresti domiciliari”, “obblighi di firma”
destinati a coloro che, più di altri, hanno manifestato dissenso politico.
Noi vediamo nell’esplicarsi di tali durezze
fuori misura, il volto di un potere che ha cambiato natura: lontano e
dittatoriale, repressivo e dunque “esterno” rispetto alle culture, ai corpi, ai
volti, ma contemporaneamente vicino e “intimo”, capace di effettuare
un’integrale cattura dell’anima, reclamando di volerla orientare attraverso
dispositivi ambientali ed economici che favoriscono l’adesione alla “norma”
oppure, viceversa, pronto a espellere, imprigionare, scartare qualsiasi
elemento che alla “norma” non voglia adeguarsi.
Un’intera valle e tutta la sua popolazione da
quasi venti anni resistono al destino stabilito dalle logiche dello
sfruttamento intensivo neoliberista, sordo a ogni desiderio, insensibile ai
bisogni della vita e al rispetto dell’ambiente, interessato solo alla
razionalizzazione capitalistica dell’esistenza, al calcolo di investimenti in
grandi opere inutili ed irragionevoli che debbono essere il più possibile
soltanto una fonte di denaro. Di fronte alla fermezza con cui la decisione
unilaterale sulla sorte della Val di Susa viene da decenni presentata come una
funzione che sottomette tutti i comportamenti agli interessi economici, le
comunità hanno messo in gioco i propri corpi, diventando un modello di testarda
resistenza alle ragioni del capitalismo-finanziario per il Paese nella sua
interezza e anche oltre i confini nazionali. Siamo in presenza di regole oscene
che autorizzano a imprigionare quattro ragazzi poiché “l’azione terroristica è
idonea ad arrecare danno d’immagine all’Italia” e, aspetto particolarmente
significativo, siamo di fronte alla pubblica rivendicazione del lato indecente
di questa repressione, con la complicità dei principali media e di buona parte
del milieu intellettuale italiano (con poche, ma significative, eccezioni).
Per queste ragioni noi firmando chiediamo
l’immediata liberazione degli attivisti imprigionati dietro accuse strumentali
e gigantesche. Pensiamo che la moltitudine che si solleva in Val di Susa
trasgredisca solo la logica imperante del “capitale umano”. Questi giovani
mettono in gioco le proprie vite, rifiutando l’idea della libertà come libera
accettazione di una scelta obbligata; hanno sottratto la propria libertà al
calcolo, per affidarla alla manifestazione di un’idea.
Non c’è politica che non cominci da lampi come
questi, vogliamo ricordarlo. Essi sono i lampi dell’intelligenza e del coraggio
imprendibile dell’umanità, gli unici capaci di far tremare la presunta solidità
del biopotere contemporaneo. Noi dunque pensiamo che l’avvenire della politica
stia nella fedeltà a questi lampi cui chiunque può partecipare, purché sia
disposto a mettere davvero in gioco se stesso.
2 aprile 2014
Per
firmare: appello.contro.repressione@gmail.com
Continuate
a diffondere e a firmare su:
Potete
seguire gli aggiornamenti sul blog di Effimera
e
sulla pagina fb di Appello per la liberazione dei corpi e del dissenso politico
Segue
l’appello in inglese, francese, tedesco, spagnolo con l’elenco dei primi
firmatari.
[english
version]
We would like to bring to your attention the following
appeal, which has been gathering signatures of intellectuals and activists in
Europe and elsewhere. It denounces the growing climate of intimidation and
repression of political movements in Italy and in Europe. Particularly striking
is the case of the Val di Susa (Piedmont, Italy) campaign against the new TAV
(High Speed Train) development. At this time four young activists are subjected
to a regime of isolation prison, under an accusation of “terrorism”, and 54 people
are on trial for having demonstrated , in different forms, their dissent
against the forced imposition of anti-environmental projects such as the TAV.
This is just one example. Other episodes of widespread repression of political
dissent give reason for serious alarm.
The promoters of this initiative are subscribers to
the “Effimera” discussion list, an informal network of international
researchers and thinkers which was created out of the earlier experience of
“UniNomade 2.0”.
We ask all those who care about freedom of expression
and criticism to support this appeal, the aim of which is to reaffirm the right
to self-determination of bodies and territories outside and against the
economic logic of contemporary financial capitalism.
To sign: appello.contro.repressione@gmail.com
Appeal for the liberation of the bodies and of
political dissent
Michel Foucault, in a lesson held at the Collège de
France in 1978, stated that today the art of governance “has the population as
its target, political economy as its main form of knowledge, and security
dispositifs as its basic technical instruments”. This is the context in which
we move, but today we are witnessing a qualitative leap forward in the security
dispositifs. We can observe a general but subtle authoritarian regress in the
Italian and European societies, in which social conflict gets pathologized and
internalized and every affirmative politics and autonomous practice in the
management of bodies, relations, and territories is repressed. We are
especially worried about the control exercised by a neocapitalism, which is
extremely violent towards the activists of the No TAV movement in Val di Susa.
Four youths, Chiara, Claudio, Mattia and Niccolò, have been held in prison
since December on the charge of terrorism. 54 other No TAV activists are on
trial because of the facts happened during the demonstrations of the 27th of
June and the 3rd of July 2011. The trial is taking place at
Section IV of the Turin’s Court and, as publicly denounced by the defence
lawyers, “it is objectively impossible, under the current conditions, to
exercise serenely and concretely the right to defence”. Over the last months,
in other Italian cities (Milano, Bologna, Treviso, Padova, Roma, Napoli), the
authorities have taken measures of “prohibition of residence”, “house arrest”,
“requirement to sign-in” against those people who, more than others, have
voiced political dissent.
We see in this disproportionate severity the
manifestation of a power that has changed in nature: it is faraway,
dictatorial, repressive and thus “outside” cultures, bodies, and faces, but at
the same time it is nearby and “intimate”, it is able to fully capture the
soul, claiming to direct it through environmental and economic dispositifs
promoting abidance to the “norm” or, vice versa, ready to expel, imprison, or
reject any element who refuses to adapt to the “norm”.
For twenty years, a whole valley and its entire
population have been resisting the destiny established by the logic of
intensive neoliberal exploitation, which is deaf to any desire, insensitive to
the needs of life and to the respect of the environment, interested only to the
capitalist rationalization of the existence and to the calculation of
investments in useless and unreasonable major building projects thought to be a
source of profits to the highest extent. Faced with the firmness with which the
unilateral decision on the destiny of the Val di Susa has been for decades
presented as a function that subjects all behaviours to economic
interest, the communities put their bodies on the line, becoming a model of
stubborn resistance to the reasons of financial capitalism for the whole
country and beyond. We are dealing with obscene rules that allow to imprison
four youths because “the terrorist action is apt to damage Italy’s reputation”
and, especially important, the responsibility for such a repression is being
shamelessly claimed, with the complicity of the mainstream media and the
majority of the Italian intellectual milieu (with few but important
exceptions).
For these reasons, signing this appeal we ask for the
immediate liberation of the activists who have been imprisoned with
self-serving and disproportionate accusations. We think that the multitude now
rising in Val di Susa is transgressing the ruling logic of “human capital”.
These youths put their own lives on the line, refusing the idea of freedom as
the free acceptance of a forced choice; they have subtracted their freedom from
calculation and they have given it to the demonstration of an idea.
All politics start from sparks like these, we would
like to remind it. These are the sparks of the uncatchable intelligence and
bravery of humanity, the only capable to frighten the supposed solidity of
contemporary biopower. We thus think that the future of politics lies in the
faithfulness to such sparks, in which anyone can share, if she is prepared to
really put herself on the line.
* * * * *
[traduction
française]
Par
cet appel, signé par des intellectuels d’Europe et d’ailleurs, nous souhaitons
dénoncer le climat d’intimidation et de répression croissante qui règne en
Italie et en Europe. Le cas de la Val di Susa est emblématique : quatre jeunes
accusés de « terrorisme » sont actuellement soumis à un régime pénitentiaire
d’isolement et 54 personnes sont poursuivis pour avoir exprimé leur désaccord
contre l’avancement des travaux de la Ligne à Grande Vitesse (LGV), contre
laquelle les communautés locales s’opposent depuis vingt ans. Nous sommes
également très inquiets face à d’autres atteintes au droit à manifester et à
exprimer son désaccord.
Cet appel est soutenu par les membres de la liste Effimera, un groupe de recherche et de réflexion internationale pluriel, né après l’expérience de UniNomade 2.0. Nous demandons à tous ceux qui ont à coeur la liberté d’expression et de critique de soutenir cette initiative qui vise à rappeler le droit à l’autodétermination des corps et des territoires en dehors des impositions et des logiques du capitalisme financier contemporain.
Cet appel est soutenu par les membres de la liste Effimera, un groupe de recherche et de réflexion internationale pluriel, né après l’expérience de UniNomade 2.0. Nous demandons à tous ceux qui ont à coeur la liberté d’expression et de critique de soutenir cette initiative qui vise à rappeler le droit à l’autodétermination des corps et des territoires en dehors des impositions et des logiques du capitalisme financier contemporain.
Pour signer: appello.contro.repressione@gmail.com
Appel pour la libération des corps et la dissension
politique
Dans une leçon au Collège de France de 1978, Foucault
écrit que l’art du gouvernement « a pour cible principale la population,
pour forme majeure de savoir, l’économie politique, pour instrument essentiel,
les dispositifs de sécurité». Si cela est bien le plan à l’intérieur duquel
nous évoluons, nous assistons aujourd’hui à un redéploiement des dispositifs de
sécurité, une régression autoritaire de la société italienne et européenne,
imperceptible autant que généralisée. Le conflit est pathologisé et intériorisé
et toute politique positive, toute pratique de gestion autonome des corps, des
relations, des territoires, sont réprimées. Nous sommes particulièrement
troubléEs et préoccupéEs par la répression brutale dont sont victimes les
activistes du mouvement No Tav en Vallée de Susa. Accusés de terrorisme (selon
la législation toujours en vigueur depuis les années 1970), quatre jeunes
militants, Claudio, Chiara, Mattia et Niccolò, sont en prison depuis
décembre 2013. Cinquante-quatre autres activistes du mouvement No Tav sont
actuellement jugés pour les faits relatifs aux manifestations du 27/6 et du
3/7/2011. Ces procès en cours auprès de la IVème Section du Tribunal de Turin,
se déroulent dans des conditions qui violent gravement les droits de la défense
comme l’ont dénoncé les avocats des inculpés ayant constaté
« l’impossibilité objective de garantir l’exercice serein et effectif du
droit de la défense ».
Il en est de même dans d’autres villes italiennes :
au cours des derniers mois, à Milano, à Bologne, à Padoue, à Rome, à Treviso,
et à Naples, des ordonnances « d’interdiction de séjour», « de détention
à domicile », « d’obligation de signature » ont été prises à
l’encontre de celles et ceux qui, plus ouvertement que les autres, ont
manifesté leurs désaccords politiques.
La mise en œuvre de ces mesures violentes nous révèle les
traits d’un pouvoir qui a changé de nature. Répressif, lointain et donc
« extérieur » aux cultures, aux corps, aux visages, ce nouveau
pouvoir est en même temps proche, « intime » et diffusé par
capillarité, capable de favoriser à l’adhésion à la norme ou prêt à écarter, emprisonner
et expulser tout élément inadaptable.
Une vallée entière et toute sa population résistent
depuis vingt ans à la destinée qui lui assignent les logiques de l’exploitation
néolibérale intensive du territoire. Une logique sourde à tout désir, insensible
aux besoins de la vie et au respect de l’environnement, obsédée par la
rationalisation capitaliste de l’existence et le calcul des investissements les
plus rentables. C’est face à cette logique aveugle, arbitraire et autoritaire
qui voudrait tout soumettre aux seuls intérêts économiques que les communautés
de la Vallée de Susa ont mis en jeu leurs corps et sont de devenues un modèle
de résistance opiniâtre aux raisons du capitalisme financier, et ce en Italie
comme au-delà des frontières nationales.
Des règles scélérates autorisent l’emprisonnement de
jeunes militants au motif que « l’action terroriste est apte à dénaturer
l’image de l’Italie ». Et, aspect particulièrement significatif, nous nous
trouvons face à la revendication publique du côté obscène de cette répression,
avec la complicité des médias principaux et d’une bonne partie de la classe
intellectuelle italienne (avec des rares, mais significatives, exceptions).
C’est pourquoi les signataires de cet appel demandent la
libération immédiate des militants emprisonnés sur la base d’accusations
instrumentales et exorbitantes. Nous pensons que la multitude qui se soulève en
Vallée de Susa ne fait que transgresser la logique dominante du « capital
humain ». Ces jeunes mettent en jeu leur vie, en refusant l’idée que la
liberté ne serait que l’acceptation d’un choix contraint ; ils ont
soustrait leur liberté au calcul, pour la confier à l’accomplissement d’une
idée.
Il n’y a pas de politique qui ne commence par de tels
éclairs, nous le rappelons. Ce sont les éclairs de l’intelligence et du courage
indomptable de l’humanité, les seuls capables de faire trembler la soi-disant
solidité du biopouvoir contemporain. Nous pensons que l’avenir de la politique
réside dans la fidélité à ces éclairs auxquels quiconque peut participer,
pourvu qu’il soit disposé à se mettre en jeu.
* * * * *
[Deutsch
Übersetzung]
Mit dem folgenden Aufruf möchten wir, Intellektuelle,
Aktivistinnen und Aktivisten aus Europa und darüber hinaus, das Klima
zunehmender Einschüchterung und Repression in Italien und Europa anprangern.
Frappierend ist der Fall der Repression gegen Gegner der geplanten
Hochgeschwindigkeitsstrecke im Val di Susa (Piemont, Italien): Gegenwärtig
sitzen vier junge Leute unter dem Vorwurf des „Terrorismus“ in Isolationshaft,
gegen 54 weitere Menschen ist Anklage erhoben worden, weil sie in verschiedener
Form ihre Opposition gegen den Bau des sinnlosen Großprojekts manifestiert
haben. Doch ist es nicht nur dieses eine Beispiel: Auch andere Fälle
weitverbreiteter Repression gegen politische Opposition finden wir in hohem
Maße alarmierend.
Die Initiative für diesen Aufruf ging aus von
Teilnehmerinnen und Teilnehmern am Diskussionsforum Effimera, einem
vielfältigen und internationalen Zusammenhang von Wissenschaftlerinnen,
Wissenschaftlern und Intellektuellen, hervorgegangen aus den Erfahrungen des
Projekts UniNomade 2.0 . Wir möchten alle, denen die Freiheit der Meinung und
der Kritik am Herzen liegt, aufrufen, diesen Appell zu unterstützen, der darauf
zielt, das Selbstbestimmungsrecht der Körper und der Territorien zu
bekräftigen, außerhalb und gegen das ökonomische Kalkül des gegenwärtigen
Finanzkapitalismus.
Um unterschreiben: appello.contro.repressione@gmail.com
Aufruf für die Befreiung der Körper und des politischen Dissenses
Michel Foucault schreibt 1978, in einer Vorlesung am
Collège de France, die Regierungskunst heute habe «als Hauptzielscheibe die
Bevölkerung, als wichtigste Wissensform die politische Ökonomie und als
wesentliches technisches Instrument die Sicherheitsdispositive». Es ist dies
der Kontext, in dem wir uns bewegen, doch zugleich erleben wir gegenwärtig in
den Sicherheitsdispositiven einen qualitativen Sprung. Wir beobachten eine
umfassende und zugleich subtile autoritäre Involution der Gesellschaft in Italien
wie in ganz Europa, eine Involution, in der gesellschaftliche Konflikte
pathologisiert und interiorisiert werden und in der jedwede Politik der
Selbstbehauptung und jegliche autonome Praxis der Körper, jegliche
Selbstbestimmung in Verhältnissen und Territorien unterdrückt wird.
Alarmiert und beunruhigt sind wir durch das von einem
extrem gewalttätigen Neokapitalismus erzeugte Klima der Kontrolle, in dem
besonders gegen die Aktivistinnen und Aktivisten von No Tav, der Bewegung gegen
den Bau der Hochgeschwindigkeitsstrecke, im Val di Susa vorgegangen wird. Vier
junge Leute, Chiara, Claudio, Mattia und Niccolò, sind seit Dezember 2013
aufgrund von Terrorismusvorwürfen inhaftiert. Gegen 54 andere No
Tav-Aktivistinnen und ‑Aktivisten laufen Strafverfahren wegen Vorfällen während
der Großdemonstrationen am 27. Juni und am 3. Juli 2011. Der Prozess
findet derzeit vor der Vierten Strafkammer des Turiner Gerichtshofes statt, und
zwar unter Umständen, die es – einer öffentlichen Erklärung der Anwältinnen und
Anwälte der Angeklagten zufolge – «objektiv unmöglich [machen], unter den
gegenwärtigen Bedingungen, die unbeeinträchtigte und sorgfältige Ausübung des
Rechts auf Verteidigung sicherzustellen».
Auch in anderen Städten Italiens, unter anderem in
Mailand, Bologna, Padua, Treviso,Rom und Neapel, kam es in den vergangenen
Monaten zu behördlichen Aufenthaltsverboten, zu Beschränkungen der
Freizügigkeit, «Hausarresten» und Meldeauflagen gegen Personen, die öffentlich
politischen Dissens und Protest äußerten.
In einer solchen unverhältnismäßigen Härte sehen wir das
Antlitz einer Macht, die ihre Natur verändert hat: Sie manifestiert sich aus
der Distanz, diktatorisch und repressiv, und wirkt insofern als der Kultur, den
Körpern und Sichtweisen «äußerlich», doch gleichzeitig agiert sie nah und «innerlich»,
insofern sie in der Lage ist, auf das Leben einer Person insgesamt zuzugreifen,
und den Anspruch erhebt, es bestimmten ökologischen und ökonomischen
Dispositiven entsprechend auszurichten und so das Befolgen der «Norm» zu
fördern – oder aber bereit steht, jede und jeden zu verfolgen, zu inhaftieren
und auszusondern, die oder der nicht willens ist, sich dieser «Norm» zu beugen.
Seit praktisch zwanzig Jahren leistet im Val di Susa die
Bevölkerung des ganzen Tals Widerstand gegen das Schicksal, das die Logik
verdichteter neoliberaler Ausbeutung für diese Gegend vorgesehen hat, eine
Logik, die den Anliegen der Menschen gegenüber taub und den Notwendigkeiten des
Lebens ebenso wie der Achtung der Umwelt gegenüber empfindungslos bleibt,
einzig interessiert an der kapitalistischen Rationalisierung der Existenz und
am Kalkül der Investitionen in nutzlose und unsinnige Großprojekte, die darauf
zielen, möglichst nur Gewinne abzuwerfen. Angesichts der Unerbittlichkeit, mit
der die einseitige Entscheidung über das künftige Schicksal des Tals
jahrzehntelang als ein Zweck präsentiert wurde, der es rechtfertigt, jegliches
Handeln ökonomischen Interessen zu unterwerfen, haben Aktivistinnen und
Aktivisten in den Gemeinden begonnen, ihre Körper in die Waagschale zu werfen,
und wurden so im ganzen Land und über die Grenzen Italiens hinaus zu einem
Musterbild des eigenwilligen Widerstands gegen die Rationalität des
Finanzkapitalismus. Wir stehen vor einer Situation, in der nicht nur obszöne
Gesetze es erlauben, dass vier Jugendliche inhaftiert sind, weil ihr
angebliches «terroristisches Handeln geeignet ist, dem Ansehen Italiens Schaden
zuzufügen», sondern auch – ein Aspekt von besonderer Tragweite – eine solche
Repression skandalöserweise öffentlich gefordert wird und die Mainstreammedien
sowie ein nicht unerheblicher Teil der Intellektuellen des Landes dies
komplizenhaft mittragen (mit wenigen, allerdings bedeutsamen Ausnahmen).
Aus all diesen Gründen fordern wir, die
Unterzeichnerinnen und Unterzeichner dieses Aufrufs, die sofortige Freilassung
der infolge solcher gleichermaßen interessegeleiteten wie monströsen Vorwürfe
Inhaftierten. Wir sehen die im Val di Susa sich erhebende Menge die herrschende
Logik des «Humankapitals» durchbrechen. Diese jungen Leute werfen ihr Leben in
die Waagschale und weisen eine Vorstellung von Freiheit zurück, die nichts
weiter ist als die «freie Wahl» einer aufgezwungenen Entscheidung; sie haben
ihre Freiheit dem Kalkül entzogen und demonstrieren für eine Idee.
Es gibt keine Politik, die nicht von Blitzen wie diesen
ausginge. Daran möchten wir erinnern. Es ist dies das Aufleuchten der
Intelligenz und des unerschütterlichen Mutes von Menschen, die allein in der
Lage sind, die angebliche Beständigkeit der heutigen Biomacht erbeben zu
lassen. Wir sind daher davon überzeugt, eine zukünftige Politik bedarf solcher
Blitze, zu denen jede und jeder beitragen kann, die und der bereit ist, sich
selbst in die Waagschale zu werfen.
* * * * *
[traducción
al español]
Por la
liberación de los cuerpos y del disenso político
Foucault,
sobre una clase del 1978 en el Collége de France, escribía que hoy el arte de
gobernar “tiene a la población como objetivo, a la economía política como forma
principal de saber, y a los dispositivos de seguridad como herramientas técnicas
esenciales”. Si este es el plan en el cual nos movemos, asistimos hoy en día a
un salto de calidad en los dispositivos de seguridad. Observamos una involución
autoritaria sutil pero general en la sociedad italiana y europea, donde el
conflicto es patologizado y interiorizado y donde rige la represión sobre
cualquier política afirmativa y sobre cualquier práctica autónoma de gestión de
los cuerpos, de las relaciones, y de los territorios. En concreto, estamos
alarmados y preocupados por el clima de control de un neocapitalismo
particularmente violento hacia los activistas No Tav en Val di Susa. Cuatro
jóvenes, Claudio, Chiara, Mattia y Niccoló están encarcelados desde Diciembre
acusados de terrorismo. Otros 54 activistas No Tav están sufriendo un juicio
por hechos relativos a las manifestaciones del 27/6 y del 3/7 de 2011, en la VI
Sección del Tribunale di Torino, en condiciones tales que los abogados de la
defensa han declarado públicamente que existe “una imposibilidad objetiva de
garantizar el ejercicio concreto y efectivo del derecho de defensa”.
También,
en los últimos meses, en otras ciudades italianas, como es el caso de Milano,
Bolonia, Padua, Treviso, Roma y Nápoles, se han emitido órdenes judiciales
relativas a la *prohibición de demora*, *arrestos domiciliarios* y *obligación
de firmar* destinados a aquellas personas que ha manifestado un disenso
político.
Nosotras
vemos, tras esta dureza fuera de medidas, la cara de un poder que ha cambiado
de naturaleza: lejano y dictatorial, represivo y al fin y al cabo externo con
respecto a las culturas, los cuerpos, los rostros, pero a la vez cercano,
íntimo, capaz de efectuar una captura integral del alma, reclamando de quererla
dirigir a través de dispositivos ambientales y económicos que favorecen la adhesión
a la “norma” o, viceversa, listo para expulsar, encarcelar, descartar cualquier
elemento que no quiera adecuarse a la “norma”.
Un valle
entero y toda su población, desde hace veinte años, se resisten al destino
establecido por lógicas de explotación intensiva y liberal, sordo al deseo,
insensible a las necesidades de la vida, al respeto del ambiente, interesado
solamente en la racionalización capitalista de la existencia, al cálculo de las
inversiones en grandes obras inútiles y irracionales, cuya función no es otra
que la de ser una fuente de ganancias. Frente a la firmeza con la cuál la
decisión unilateral sobre el futuro de la Val di Susa es presentada desde hace
décadas, como un mecanismo capaz de someter todos los comportamientos a los
intereses económicos, las comunidades han puesto en juego sus propios cuerpos,
convirtiéndose en el modelo de la resistencia tenaz a los imperativos del
capitalismo financiarío en el conjunto del País e incluso más allá de las
fronteras nacionales. Estamos frente a reglas obscenas, que permiten a
encarcelar cuatro jóvenes porque “la acción terrorista daña la imagen a
Italia”; y, elemento particularmente significativo, estamos frente a la
reivindicación pública, e indecente, de la represión: en la complicidad de los
medios de comunicación y en el milieu intelectual italiano (con pocas, aunque
significativas, excepciones).
Por esta
razón pedimos, firmando esta Llamada, la inmediata liberación de los activistas
encarcelados bajo acusaciones instrumentales y desproporcionadas. Pensamos que
la multitud sublevándose en Val di Susa transgrede solamente la lógica
imperante del “capital humano”. Estos jóvenes están poniendo en juego sus
propia vidas, rechazando la idea de la libertad como libre aceptación de una
elección obligada; ya su libertad no es cálculo, sino manifestación de sus
ideas.
No hay
política que no empiece con relámpagos como este, queremos recordarlo. Son
relámpagos de la inteligencia y del coraje inaprensible de la humanidad, los
únicos capaces de hacer temblar la presunta solidez del biopoder contemporáneo.
Es por
esto que pensamos que el porvenir de la política está en la fidelidad a estos
relámpagos, donde todos podemos participar, siempre y cuando estemos dispuestos
a ponernos en juego a nosotras mismas.
* *
* * *
Prime
firme internazionali in ordine alfabetico:
Giorgio
Agamben, filosofo, Italia
Piergiovanni
Alleva, professore e giuslavorista, Italia
Adalgiso
Amendola, Università di Salerno, Italia
Emiliana
Armano, ricercatrice, Italia
Thomas
Atzert, scrittore e traduttore, Germania
Chiara
Bassetti, Cnr, Università di Trento, Italia
Franco
Berardi Bifo, saggista e scrittore, Italia
Manuela
Bojadžijev, Humboldt Universitaet, Berlino
Sergio
Bologna, consulente, Italia
Giorgio
Bonazzi, insegnante, Italia
Emanuele
Braga, artista, Italia
Ulrich Brand, Universitaet Vienna, Austria
George Caffentzis, University of Southern Maine, Usa
Vincenzo
Carbone, ricercatore, Italia
Federico
Chicchi, Università di Bologna, Italia
Salvatore
Cominu, ricercatore, Italia
Manuela
Costa, archivista documentalista, Italia
Carlo
Cuccomarino-sociologo-Cosenza
Anna
Curcio, ricercatrice, Italia
Mariarosa
Dalla Costa, Università di Padova, Italia
Pierre
Dardot, filosofo, Francia
Simona de
Simoni, Università di Torino, Italia
Filippo Lucchese, School of Social Sciences, Brunel
University – London, UK
Valerio
Evangelisti, scrittore, Italia
Ubaldo
Fadini, Università di Firenze, Italia
Roberto
Faure, avvocato, Italia
Silvia
Federici, Hofstra University (NY), Usa
Lorenzo
Feltrin, redattore e traduttore, Italia
Andrea
Fumagalli, Università di Pavia, Italia
Pierangelo
Galmozzi, avvocato, Italia
Davide
Gallo Lassere, Université di Paris-Ouest, Sophiapol, Francia
Maurizio
Gibertini, film-maker, Italia
Mario
Gamba, giornalista, Italia
Antonio
Gennari, avvocato, Italia
Giovanni
Giovannelli, avvocato, Italia
Avery
Gordon, University of California Santa Barbara, Usa
Spartaco
Greppi, Supsi, Svizzera
Giorgio
Griziotti, ricercatore, Francia
Carlo
Guglielmi, avvocato, Italia
Michael Hardt, Duke University, Usa
Sabine Hess, Georg August Universitaet, Goettingen,
Germania
Srecko Horvat, filosofo, Zagabria, Croatia
Ursula Huws, University of Hertfordshire, UK
Christian Laval, Université Paris X, Francia
Maurizio
Lazzarato, filosofo, Francia
Emanuele
Leonardi, Università di Bergamo, Italia
Les Levidow, Open University, UK
Peter Linebaugh, University of Toledo, Usa
Dario
Lovaglio, attivista, Spagna
Geert
Lovink, Hogeschool van Amsterdam (HvA), Olanda
Stefano
Lucarelli, Università di Bergamo, Italia
Benjamin Manski, J.D., Liberty Tree Foundation for the
Democratic Revolution, Usa
Christian
Marazzi, Supsi, Svizzera
Nicolas
Martino, redattore, Italia
Sandro
Mezzadra, Università di Bologna, Italia
Francesco
Miele, ricercatore precario, Università di Trento, Italia
Cristina
Morini, saggista e scrittrice, Italia
Gianfranco
Morosato, editore, Italia
Annalisa
Murgia, Università di Trento, Italia
Timothy
S. Murphy, State University Oakland, Usa
Brett Neilson, University of Western Sydney, Australia
Antonio
Negri, filosofo, Italia-Francia
Pierluigi
Panici, avvocato, Italia
Leo Panitch, University of York, Canada
Matteo
Pasquinelli, ricercatore, Germania
Giuliana
Peyronel, insegnante, Italia
Marco
Philopat, scrittore, Italia
Anne
Querrien, sociologa e urbanista, Francia
Gerard Raunig, European Institute for Progressive
Cultural Policies, Austria
Judith
Revel, Université Paris I Panthéon-Sorbonne, Francia
Paola
Rivetti, Dublin City University, Irlanda
Adrià
Rodriguez, media activist, Spagna
Gigi
Roggero, ricercatore, Italia
Rosario M. Romeo, Agricoltore, Italia
Ned Rossiter, University of Western Sydney, Australia
Andrew Ross, New York University, Usa
Cecilia
Rubiolo, Università di Torino, Italia
Francesco
Salvini, ricercatore, Spagna
Raffaele
Sciortino, ricercatore, Italia
Marco
Scotini, direttore del dipartimento di arti visive NABA, Milano
Guy Standing, SOAS University of London, co-president
Bien, UK
Paul Stubbs, University of Zagreb, Croatia
Tiziana
Terranova, Università di Napoli, Italia
Lucia
Tozzi, architetto, Milano
Carlo
Vercellone, Università Paris1, Panthéon-Sorbonne, Francia
Tiziana
Villani, NABA, Université Paris VIII, Italia
Giovanna
Zapperi, École Nationale Supérieure d’Art di Bourges, Francia
Paolo
Vernaglione, insegnante, Italia
Soenke Zehle, Universitaet des Saarlands, Director of
the XMLab, Germania