di Claudio Cavallari
il filo genealogico che si dipana
dentro la trama teorica del volume
curato da Gigi Roggero e Adelino Zanini
(“Genealogie Del Futuro”, un libro collettivo edito per la collana di Uninomade
di Ombre Corte) non serve a riavvolgere una
continuità identitaria nel fluire del tempo, ma a sovvertire il presente:
cosa significa sovvertire il presente ricostruendo genealogie del futuro?
Un presente da capire e da cambiare. Sette tappe di un percorso di
autoformazione
«Genealogia significa sviluppare l'analisi a partire da un problema che si
pone nel presente». Così, in un'intervista rilasciata nel 1984, Foucault
tornava a chiarire l'intento, eminentemente politico, del proprio modo di
lavorare in totale immersione nel tormentato mare della storia. Nessun
interesse intrinsecamente filologico. Nessuna sorta di manierismo
storiografico. Una genealogia non serve a riavvolgere il filo continuo delle
identità nel fluire del tempo; sovvertire il presente è la sua vocazione politica.
Letto in quest'ottica, il titolo dell'ultimo libro edito per la collana di
UniNomade di ombre corte - Genealogie del fututro, a cura di Gigi Roggero e
Adelino Zanini, euro 14 - getta luce immediatamente sul terreno strategico del
suo scopo, proiettando, tuttavia, un cono d'ombra che soltanto la lettura del
testo analiticamente dissipa. Cosa significa sovvertire il presente
ricostruendo genealogie del futuro?
Autoformazione militante
È stentorea la formula con cui i curatori aprono l'introduzione al volume.
Essa dischiude lo spazio al cui interno la soluzione di un simile nodo
acquista, pagina dopo pagina, la propria fisionomia: «formazione militante».
Posta in gioco alta, complessa, necessaria. Soprattutto se si considera il suo
essere situata, al tempo stesso, come orizzonte tendenziale cui il libro mira e
come ciò che, preziosamente, esso realizza. Il gioco di temporalità che già nel
titolo del volume spiazza e tiene in sospeso, stabilisce le coordinate del
programma politico che sostiene l'impianto del testo: conoscere il passato per
comprendere l'oggi; sovvertire l'oggi per rendere possibile il domani. Occorre,
in altre parole, divenire consapevoli dei luoghi, delle narrazioni, delle
storie di soggettività e conflitto di un passato recente che, ancora, organizza
le forme concettuali del nostro pensare la militanza comunista. Genealogie del
futuro è questo fondamentale esercizio critico del pensiero. Vi si raccolgono
le sette lezioni che lo scorso anno hanno dato vita alla prima esperienza del
progetto Commonware. Si tratta di un corso di autoformazione, il cui nome
rappresenta la trasfigurazione ironica dei pacchetti didattici delle aziende
universitarie, i cosiddetti courseware. Una formazione militante che, tuttavia,
non si rivolge solamente ad un pubblico di studenti, ma che apre le porte a
tutte le realtà di movimento e a tutte le figure che oggi costellano il
variegato panorama del lavoro vivo, nelle contemporanee trasformazioni dello
sfruttamento capitalistico.
Nell'introduzione al volume i curatori fissano un punto di fondamentale
rilevanza: il sapere è oggi in crisi perché ad essere in crisi è il rapporto
sociale al cui interno esso si produce. Tale è il motivo per cui a dover essere
riattivata è in primo luogo la funzione critica di un sapere in grado di
mobilitare processi conflittuali, dentro e contro la crisi dei rapporti di
produzione capitalistici. Il primo ciclo delle lezioni di Commoware -
denominato Da Marx all'operaismo - intende riflettere precisamente tale
specifica esigenza che si riassume nella volontà di interpretare la critica dei
saperi, innanzitutto, come una critica dell'economia politica della conoscenza.
Obiettivo che, tuttavia, non si persegue schiacciando la portata di tutta la
lezione marxiana sull'interpretazione operaista, quanto piuttosto mettendo
entrambe alla prova di un presente che richiede l'attivazione di dispositivi
teorici in grado di intersecarlo all'altezza delle sue problematicità. Ecco
allora che, attraversando i temi posti dalle più fertili riflessioni dell'operaismo
italiano, gli autori delle lezioni riattivano alcuni fondamentali concetti del
pensiero di Marx, declinandone il potenziale critico dentro alle metamorfosi
del contemporaneo.
Come illustrato lucidamente dalla relazione di Sandro Chignola, tali trasformazioni congiunturali fanno capo principalmente a processi di ridefinizione e riarticolazione dello Stato, inteso, al tempo stesso, come quadro organizzativo dei rapporti produttivi e delle filiere del comando capitalistici. Utilizzando la formula foucaultiana di «governamentalizzazione» dello Stato, Chignola non elabora soltanto la mappatura puntuale di una nuova geografia del potere - in cui lo Stato si trova persistentemente ecceduto da sistemi di governance e da flussi di capitale deterritorializzati -, ma mostra come siano le insorgenze dei governati, collocandosi sempre al di là della capacità di captazione del potere, a costringerlo a riconfigurarsi, nell'incessante tentativo di governare l'ingovernabile.
Il confronto con il presente
Come illustrato lucidamente dalla relazione di Sandro Chignola, tali trasformazioni congiunturali fanno capo principalmente a processi di ridefinizione e riarticolazione dello Stato, inteso, al tempo stesso, come quadro organizzativo dei rapporti produttivi e delle filiere del comando capitalistici. Utilizzando la formula foucaultiana di «governamentalizzazione» dello Stato, Chignola non elabora soltanto la mappatura puntuale di una nuova geografia del potere - in cui lo Stato si trova persistentemente ecceduto da sistemi di governance e da flussi di capitale deterritorializzati -, ma mostra come siano le insorgenze dei governati, collocandosi sempre al di là della capacità di captazione del potere, a costringerlo a riconfigurarsi, nell'incessante tentativo di governare l'ingovernabile.
Il confronto con il presente
In un simile contesto, un programma di formazione militante non può evitare
di tornare a confrontarsi produttivamente con le categorie di composizione
tecnica e politica di classe (se ne occupano le lezioni di Toni Negri e Sergio
Bologna). È infatti di fondamentale importanza riconcettualizzare oggi quello
che una celebre formula di Negri definiva, sul finire degli anni Settanta, come
il passaggio dall'operaio massa all'operaio sociale. Comprendere come i
meccanismi di sussunzione reale della cooperazione sociale estendano le proprie
ramificazioni ben oltre il sistema della fabbrica, ben oltre il luogo di
lavoro, nelle sfere della riproduzione, nel tempo libero e negli affetti,
diviene fondamentale per organizzare, in forme militanti, una politica dei
governati.
Genealogie del futuro ci spinge dunque ad analizzare in profondità la stretta connessione che coniuga le nuove forme di valorizzazione del capitale - dallo sfruttamento del lavoro cognitivo a quello del lavoro femminile nell'ambito della riproduzione (versante, quest'ultimo efficacemente sviluppato da Alisa Del Re) - con l'imbrigliamento materiale della soggettività politica delle moltitudini sfruttate. Come spiega Christian Marazzi nella sua relazione su Moneta e capitale finanziario, la nostra contemporaneità è sempre più caratterizzata dalla capacità strategica del capitale di captare il valore fuori dai processi direttamente produttivi. Cooperazione, linguaggio, sapere, relazione, divengono, pertanto, i pozzi senza fondo di una nuova accumulazione che segnala il progressivo divenire rendita del profitto, la realizzazione, cioè, di un plusvalore assoluto, ricavato dallo sfruttamento di un lavoro non pagato.
Lo sforzo di penetrare sempre più a fondo nell'ordine di tali meccanismi sussuntivi necessita quindi di essere accompagnato da un movimento ricompositivo su scala politica. Non a caso la lezione di Federico Chicchi e Salvatore Cominu che chiude il volume è dedicata alla descrizione degli strumenti, valorizzati dall'esperienza operaista, dell'inchiesta e della conricerca. In essi infatti si legano, in un'unica pratica militante, il momento conoscitivo e quello dell'intervento politico. Sovvertire la nostra attualità significa allora sottrarre la cooperazione del lavoro vivo ai meccanismi del proprio assoggettamento, al fine di giocarla creativamente in una nuova conflittualità, teorica e pratica, in grado di leggere ed interpretare solidamente le trasformazioni del capitalismo contemporaneo.
Genealogie del futuro ci spinge dunque ad analizzare in profondità la stretta connessione che coniuga le nuove forme di valorizzazione del capitale - dallo sfruttamento del lavoro cognitivo a quello del lavoro femminile nell'ambito della riproduzione (versante, quest'ultimo efficacemente sviluppato da Alisa Del Re) - con l'imbrigliamento materiale della soggettività politica delle moltitudini sfruttate. Come spiega Christian Marazzi nella sua relazione su Moneta e capitale finanziario, la nostra contemporaneità è sempre più caratterizzata dalla capacità strategica del capitale di captare il valore fuori dai processi direttamente produttivi. Cooperazione, linguaggio, sapere, relazione, divengono, pertanto, i pozzi senza fondo di una nuova accumulazione che segnala il progressivo divenire rendita del profitto, la realizzazione, cioè, di un plusvalore assoluto, ricavato dallo sfruttamento di un lavoro non pagato.
Lo sforzo di penetrare sempre più a fondo nell'ordine di tali meccanismi sussuntivi necessita quindi di essere accompagnato da un movimento ricompositivo su scala politica. Non a caso la lezione di Federico Chicchi e Salvatore Cominu che chiude il volume è dedicata alla descrizione degli strumenti, valorizzati dall'esperienza operaista, dell'inchiesta e della conricerca. In essi infatti si legano, in un'unica pratica militante, il momento conoscitivo e quello dell'intervento politico. Sovvertire la nostra attualità significa allora sottrarre la cooperazione del lavoro vivo ai meccanismi del proprio assoggettamento, al fine di giocarla creativamente in una nuova conflittualità, teorica e pratica, in grado di leggere ed interpretare solidamente le trasformazioni del capitalismo contemporaneo.